Onde gravitazionali, rilevato il secondo segnale
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Onde gravitazionali, rilevato il secondo segnale
Anche questa volta generato dalla fusione di due buchi neri
15 giugno, 20:00
E' stato rilevato un nuovo segnale delle onde gravitazionali. Anche questo deriva dalla fusione di due buchi neri, è stato catturato dallo strumento Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory), in Usa, e analizzato dalle collaborazioni Ligo e Virgo. Quest'ultima fa capo allo European Gravitational Observatory (Ego) fondato e finanziato da Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs).
Pubblicata sulla rivista Physical Review Letters, la scoperta è stata annunciata a San Diego, nel convegno della Società Astronomica Americana, dai coordinatori delle collaborazioni Ligo, Gabriela Gonzales, e Virgo, Fulvio Ricci, e dal direttore esecutivo di Ligo, David Reitze, del Caltech.
"Abbiamo completato l'analisi dei dati presi da settembre 2015 a gennaio 2016 e nel fare questa ricerca è venuto fuori che abbiamo certamente un altro segnale", ha detto Ricci all'ANSA.
Ancora una volta a far oscillare lo spazio-tempo, generando un'onda gravitazionale, è stato l'avvicinamento progressivo di due buchi neri, che hanno finito per fondersi tra loro. Il fenomeno è avvenuto in una porzione del cielo molto lontana da quella in cui è stato osservato il primo fenomeno, annunciato l'11 febbraio 2015. Rispetto a quei buchi neri, hanno una massa inferiore: uno 14 volte quella del Sole e l'altro 8, e si sono fusi rilasciando l'energia di un Sole. L'oggetto che si è formato ha quindi una massa 21 volte superiore a quella del nostro Sole.
Forse osservato anche un terzo evento
Accanto al secondo segnale delle onde gravitazionali è stato probabilmente osservato un terzo evento, ritenuto molto probabile ma comunque in attesa di conferma. "E' un evento molto più debole" ed era stato individuato "già nel primo mese di analisi dei dati", ha detto Ricci. Al momento "potrebbe benissimo essere una fluttuazione dei due rivelatori", ha aggiunto Ricci riferendosi al rilevatore americano Ligo, "ma in molti sono pronti a scommettere su un evento gravitazionale". Se confermato, anche questo sarebbe provocato da due buchi neri, molto più distanti e difficili da osservare, uno pari a 23 masse solari e l'altro di 13 masse solari. Poichè, ha concluso, "è un segnale molto vicino alla soglia del rumore, potrebbe restare un punto interrogativo".
Pronta una mappa per gli astronomi
I segnali delle onde gravitazionali suggeriscono che esiste una vera e propria 'popolazione' di coppie di buchi neri che ruotano l'uno intorno all'altro, presentando un'immagine dell'universo finora sconosciuta. Per questo i fisici hanno preparato una mappa per gli astronomi, perchè possano cercare con i telescopi questi bizzarri oggetti cosmici. "C'è un'indicazione molto consistente del fatto che di questi sistemi esiste una popolazione, sono sistemi binari di buchi neri che si fondono tra loro", ha rilevato Ricci. Scoprire le proprietà di questi oggetti è ora il compito degli astronomi, ai quali i fisici hanno consegnato la prima mappa del cielo basata sulle osservazioni dei segnali delle onde gravitazionali.
Nuovi messaggeri cosmici
Nuovi messaggeri cosmici che permetteranno di osservare fenomeni finora inaccessibili: per i ricercatori le onde gravitazionali sono un'occasione unica per aprire nuove pagine sulla storia dell'universo e sulle sue origini.
"Gli osservatori per onde gravitazionali rappresentano uno strumento unico per indagare il cosmo perché questi particolarissimi messaggeri cosmici portano con sé informazioni che non saremmo in grado di ottenere in altro modo", ha detto Federico Ferrini, direttore dello European Gravitational Observatory (Ego), che ospita e gestisce l'interferometro Virgo.
E nella comunità scientifica italiana è particolarmente viva l'attesa per l'entrata in attività, entro fine 2016, della versione avanzata di Virgo. "Quando nell'autunno di quest'anno l'interferometro europeo Virgo entrerà in funzione, a conclusione dei lavori che lo porteranno, come i due interferometri Ligo, alla configurazione avanzata (advanced), allora sarà possibile restringere la porzione di cielo in cui ha avuto luogo il processo di fusione dei due buchi neri", ha osservato Gianluca Gemme, responsabile nazionale di Virgo per l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). "Questo - ha aggiunto - darà un contributo sostanziale alla nuova astronomia gravitazionale e all'astronomia multimessaggero: potremo dare l'allerta agli altri esperimenti, telescopi sia terrestri sia spaziali per la rivelazione di fotoni gamma, raggi cosmici o neutrini, per esempio, in modo che si orientino, praticamente in tempo reale, nella direzione della sorgente per individuare altri eventuali messaggeri cosmici emessi da essa".
Per Marco Pallavicini, presidente della Commissione nazionale dell'Infn per le ricerche di fisica delle astroparticelle, "le osservazioni di onde gravitazionali, integrate con l'eventuale individuazione di altre radiazioni emesse dalla loro sorgente è come se ci dessero un senso completamente nuovo con cui esplorare il nostro universo". Ha rilevato inoltre che "nessuno può dire che cosa scopriremo con questo nuovo strumento sensoriale, ma la storia insegna che ci aspettano molte sorprese".
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