Demografia

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2, 3, 4
marcox2110.
00mercoledì 16 aprile 2008 13:59
Beh il titolo che ho dato sintetizza un po' tutto il concetto che ho di Genova.
Questa città ha mille e più risorse.
E' collocata nel nord ovest che è l'area più produttiva del paese, nel cuore dell'Europa, a 2 ore di macchina ci sono 15 milioni di abitanti, ha della storia da vendere, una "cultura propria" molto forte, ha il mare, ha il clima, il verde nelle colline, una varietà urbanistica unica al mondo, ha (forse) un po' troppe montagne attorno e quindi un po' troppo pochi spazi...
fossimo in spagna a quest'ora viaggeremo a 1000, forse avremo un PIL tra i più alti del paese, la disoccupazione bassissima, anziani pochi, giovani con voglia di divertirsi fino a tardi, servizi ottimi ed efficienti, sarebbe insomma una vera e propria capitale europea del mare
invece...
abbiamo la popolazione che diminiusce, non da ieri, dal 2007 o dal 2006, ma da 30 anni!!!!
io credo che ogni discorso che venga intrapreso all'interno di questo sito e comunque ovunque, dal bar sotto casa al dibattito in televisione, debba considerare, pregiudizialmente, il fatto che se non invertiamo sto cazzo di calo demografico, non può esserci sviluppo.
E' inutile avere un treno metropolitano ogni 5 minuti se poi, quando l'infrastruttura è a regime, ci salgono 4 gatti.
Lo stesso discorso si può fare per molte altre cose, dall'aeroporto, allo stadio, al palazzetto dello sport, ai cinema, centri commerciali, ecc. ecc. ecc.
prima qualcuno, destra centro o sinistra, si impegni per fare una politica di inversione della tendenza, attuabile soltanto con interventi di tutela del lavoro che c'è e di sviluppo di nuove opportunità, poi ragioniamo sulle grandi opere da fare...

è solo questa la vera partita che un sindaco e un presidente di regione dovrebbe giocare per dare un futuro dignitoso a questa città
lordtiranus
00mercoledì 16 aprile 2008 14:16
quale sarebbe la "giusta politica" per invertire il calo demografico?
Obbligare la gente a fare figli? Dare il buono bebè da 800 euro?

Che lo si voglia o meno il futuro (anzi, il presente) è multietnico, le genti che vengono da altri paesi con abitudini e tradizioni differenti avranno un ruolo importante nella bilancia demografica. Per la gioia dei forcaioli.
cliobini
00mercoledì 16 aprile 2008 14:30
E se queste mille e più risorse ce le tenessimo soltanto per noi quattro gatti? E' necessaria una metropoli per vivere bene?
euge1893
00mercoledì 16 aprile 2008 14:45
La tendenza alla diminuzione degli abitanti delle grandi città è consolidata e non riguarda certo solo Genova. Cerchiamo di mettere il becco al di là dei Giovi ogni tanto.

Per far sì che le donne italiane abbiano più figli occorrerebbe imitare quanto accede in paesi simili al nostro dove però il tasso di fecondità è assai maggiore, come la Francia. Finché una effettiva politica per la famiglia rimarrà una chimera e non sarà garantito a tutti l'accesso agli asili nido, come si può pensare che gli Italiani ritorneranno a fare figli in quantità?
lordtiranus
00mercoledì 16 aprile 2008 15:04
ma perchè negli anni del boom delle nascite si mandavano i figli al nido? [SM=x1406605]

I problemi sono ben altri come ad esempio il fatto che sempre più tardi si tende a diventare indipendenti socialmente ed economicamente, la volontà di mettere la "carriera" davanti alla famiglia e un certo antagonismo (giustamente) femminile di fondo al ruolo di mogli-madri costrette ad accudire i figli rinunciando ad una propria indipendenza
titoit
00mercoledì 16 aprile 2008 15:15
Penso che abbia ragione Eugenio. La Francia aveva un tasso di nascite simile al nostro fino a circa 10 anni fa. Ora hanno invertito la tendenza e notevolmente. Quest’estate sono stato lì quasi tre settimane e vedevo moltissime famiglie con due-tre figli piccoli. Segno che le politiche di sostegno alla famiglia avviate dal 1998 ad oggi (da parte di tutti i governi) hanno funzionato.

Bisogna prendere atto che occorrono sostegni economici, ma anche materiali alla famiglia, per cui oltre ai bonus ci deve essere anche una rete di servizi adeguati (asili nido su tutto).

em66
00mercoledì 16 aprile 2008 15:30
Mi sa che state parlando di un fenomeno (diminuzione della popolazione) che ormai si e` arrestato.
Questi i dati + recenti che sono riuscito a trovare, relativi al Comune di Genova:
Popolazione residente al:
Censimento 1971..... 816.872
Censimento 1981..... 762.895
Censimento 1991..... 678.771
31 dicembre 2000.... 632.366
Censimento 2001..... 610.307
31 dicembre 2002.... 604.732
31 dicembre 2003.... 601.338
31 dicembre 2004.... 605.084
31 dicembre 2005.... 620.316
marcox2110.
00mercoledì 16 aprile 2008 16:26
Re:
o si fanno politiche che creano sgravi fiscali per chi ha un certo numero di figli, agevolazioni sugli asili nido, assegni familiari
oppure, in alternativa,
creando posti di lavoro (buona l'idea IIT ed Erzelli), e di conseguenza attirare giovani maestranze dall'estero o dal resto d'italia per lavorare qui.
Quello che succedeva a Milano, in grande, 30-40 anni fa e che ha fatto diventare il capoluogo meneghino la prima città del nord italia.


em66
00mercoledì 16 aprile 2008 16:37
Bella roba... se la prospettiva e` trasformarsi in una citta` invivibile come Milano forse e` meglio restare cosi`.
cliobini
00mercoledì 16 aprile 2008 16:42
Re:
cliobini, 16/04/2008 14.30:

E se queste mille e più risorse ce le tenessimo soltanto per noi quattro gatti? E' necessaria una metropoli per vivere bene?

Qualcuno viene nel mio cantuccio...


marcox2110.
00mercoledì 16 aprile 2008 16:44
Re:
em66, 16/04/2008 16.37:

Bella roba... se la prospettiva e` trasformarsi in una citta` invivibile come Milano forse e` meglio restare cosi`.




Si presume che i lavori che si debbano offrire siano di una certa qualità e comunque poi io vorrei che Genova diventasse "invivibile" o meglio "vivibile" come Milano.
Ma qualcuno è mai stato la sera in settimana sui navigli? A me milano non piace, però devo dire che la vita intesa come vitalità delle strade e delle piazze e come fermento culturale avrebbe molto molto molto da insegnare alla nostra povera e bella genova.

Ripeto, io non auspico una città da 3 milioni di abitanti, ma se la popolazione si attestasse intorno al milione, con buona parte di giovani, con un centro storico vivo, pulito perchè redditizio e redditizio perchè frequentato, con un porto che funziona bene, con la gente un po' più allegra e colorata anzichè incazzata e "vestita di grigio", con impianti sportivi, linee di trasporto pubblico efficienti e sistema di trasporto privato ben organizzatoo, credo che genova non avrebbe nulla da invidiare a barcellona, nizza o marsiglia, tanto per paragonarla a città per certi versi molto simili.
titoit
00mercoledì 16 aprile 2008 16:50
Re:
em66, 16/04/2008 16.37:

Bella roba... se la prospettiva e` trasformarsi in una citta` invivibile come Milano forse e` meglio restare cosi`.



Restare così significa, nel giro di dieci anni, calare drasticamente, perché bambini non ne nascono e l'invecchiamento della popolazione è sotto gli occhi di tutti.
Vi deve essere la capacità di attrarre forze nuove da fuori, giovani, ricercatori che possano ridare linfa vitale alla città. E ciò può avvenire con operazioni come quella degli Erzelli o dell'IIT, che speriamo, vadano in porto. Un po' come è avvenuto a Nizza con la costruzione del polo di ricerca universitario Sophia-Antipolis. Oggi Nizza ha un alto numero di giovani studenti e ricercatori ed è una città (seppur con molti problemi di criminalità, più di Genova!!!) molto viva e vitale.
em66
00mercoledì 16 aprile 2008 16:56
I milanesi sono cosi` contenti della loro metropoli che appena possono se ne vengono in Liguria.

Le tue argomentazioni sembrano valide ma non vedo cosa c'entrino con l'aumento della popolazione che anzi finirebbe per peggiorare la situazione. Perche` 600mila abitanti non vanno bene e 1 milione si?

Comunque Barcellona ha 1,6 milioni di abitanti, Marsiglia 800mila e Nizza 350mila... direi che la cosa preferibile sarebbe diventare come Nizza [SM=g27987].
em66
00mercoledì 16 aprile 2008 17:02
Re: Re:
titoit, 16/04/2008 16.50:



Restare così significa, nel giro di dieci anni, calare drasticamente, perché bambini non ne nascono e l'invecchiamento della popolazione è sotto gli occhi di tutti.


L'andamento 2003-2005 pero` evidenzia un aumento della popolazione.
Hai altri dati piu` recenti?


Vi deve essere la capacità di attrarre forze nuove da fuori, giovani, ricercatori che possano ridare linfa vitale alla città. E ciò può avvenire con operazioni come quella degli Erzelli o dell'IIT, che speriamo, vadano in porto. Un po' come è avvenuto a Nizza con la costruzione del polo di ricerca universitario Sophia-Antipolis. Oggi Nizza ha un alto numero di giovani studenti e ricercatori ed è una città (seppur con molti problemi di criminalità, più di Genova!!!) molto viva e vitale.


Su questo sono d'accordo.


Münchner.Fax
00mercoledì 16 aprile 2008 17:05
marcox2110., 16/04/2008 16.44:


Si presume che i lavori che si debbano offrire siano di una certa qualità e comunque poi io vorrei che Genova diventasse "invivibile" o meglio "vivibile" come Milano.
Ma qualcuno è mai stato la sera in settimana sui navigli? A me milano non piace, però devo dire che la vita intesa come vitalità delle strade e delle piazze e come fermento culturale avrebbe molto molto molto da insegnare alla nostra povera e bella genova.


Oltre che sui Navigli per una sera, prova a viverci per un po' di anni facendo tutto ciò che si fa in una città: muoverti, lavorare, andare per uffici comunali eccetera. Poi mi dici. [SM=g27994]
A Milano vivi molto bene e ti diverti se hai dei soldi da buttare e un certo tipo di mentalità da "viveur", almeno così la penso io sulla base della mia esperienza. Le cose che non vanno in quella città sono tantissime, ma sia per il carattere milanese più attento all'apparenza, sia per propaganda politica, le cose vengono sempre messe sotto una certa luce...

Vorrei anche dire che mi sento in grande sintonia con Cliobini. Le città dove la qualità della vita è più alta sono praticamente sempre sotto il milione di abitanti, con rarissime eccezioni. Cito ad esempio le cità emiliane, dove non ho mai vissuto ma che ha detta di molti sono molto ben organizzate e vivibili.
marcox2110.
00mercoledì 16 aprile 2008 17:11
Re:
em66, 16/04/2008 16.56:

I milanesi sono cosi` contenti della loro metropoli che appena possono se ne vengono in Liguria.

Le tue argomentazioni sembrano valide ma non vedo cosa c'entrino con l'aumento della popolazione che anzi finirebbe per peggiorare la situazione. Perche` 600mila abitanti non vanno bene e 1 milione si?

Comunque Barcellona ha 1,6 milioni di abitanti, Marsiglia 800mila e Nizza 350mila... direi che la cosa preferibile sarebbe diventare come Nizza [SM=g27987].



Perchè Genova è strutturata per avere 800 mila / 1 milione di abitanti. Se vogliamo 350 mila abitanti, allora rassegnamoci all'idea che a Begato (è un esempio) anzichè 20 mila abitanti ce ne saranno 10 mila, che taglieranno gli autobus perchè poco remunerativi, che la gente si lamenterà del servizio peggiorato, ecc. ecc. ecc. L'aeroporto ha una dimensione media, le stazioni sono numerose e abbastanza grandi, forse le strade sono poche ma qui è l'orografia a dettar regola, e le abitazioni sono tante, tantissime e sfitte. Se vogliamo una città a macchia di leopardo, con pochi abitanti, pochi servizi (gli essenziali) le periferie vuote, il degrado, ecc. allora siamo sulla strada sbagliata.
E' un po' diverso dal discorso dello stadio (vedi la discussione che ne parla). E' inutile costruire uno stadio grande se poi il 90% delle partite sembra praticamente vuoto.
La città ormai grossa ce l'hai già pronta, non devi costruirla ma soprattutto non puoi demolirla. Devi solo riempirla.
Di persone, di commercio, di idee...
cliobini
00mercoledì 16 aprile 2008 17:12
Re:
Münchner.Fax, 16/04/2008 17.05:

Vorrei anche dire che mi sento in grande sintonia con Cliobini

W FIORINO (la Svizzera di Voltri)!!!
[SM=x1405315]


marcox2110.
00mercoledì 16 aprile 2008 17:16
Re:
Münchner.Fax, 16/04/2008 17.05:


Oltre che sui Navigli per una sera, prova a viverci per un po' di anni facendo tutto ciò che si fa in una città: muoverti, lavorare, andare per uffici comunali eccetera. Poi mi dici. [SM=g27994]
A Milano vivi molto bene e ti diverti se hai dei soldi da buttare e un certo tipo di mentalità da "viveur", almeno così la penso io sulla base della mia esperienza. Le cose che non vanno in quella città sono tantissime, ma sia per il carattere milanese più attento all'apparenza, sia per propaganda politica, le cose vengono sempre messe sotto una certa luce...

Vorrei anche dire che mi sento in grande sintonia con Cliobini. Le città dove la qualità della vita è più alta sono praticamente sempre sotto il milione di abitanti, con rarissime eccezioni. Cito ad esempio le cità emiliane, dove non ho mai vissuto ma che ha detta di molti sono molto ben organizzate e vivibili.




Ma allora poi non lamentiamoci se i voli sono pochi, se i treni li tagliano, se gli autobus li dimezzano, se la metro si ferma a brignole, se qualcuno parla di fusione tra genoa e samp, se il porto licenzia, se l'ufficio postale lo accentrano ecc. ecc. ecc. perchè i servizi logica vuole debbano essere mantenenuti solo se remunerativi (quelli privati) o comunque, se non remunerativi, se giustificati da un certo numero di utenze (quelli pubblici)
bisogna anche sapere le conseguenze delle scelte e cosa comporta in termini di vivibilità, da tutti i punti di vista l' "essere piccoli".



euge1893
00mercoledì 16 aprile 2008 17:19
Vi prego non trasformiamo questo topic nell'ennesimo sfogo anti Milano [SM=x1177058] .

Credo che Genova abbia tutte le carte in regola per poter garantire un'elevata qualità della vita. Però i primi che ci devono credere siamo noi, e invece non facciamo altro che lamentarci e evidenziare solo le negatività.

Tornando in topic, osservo che Genova ha sempre avuto, nel 900, un saldo demografico naturale negativo. I Genovesi hanno sempre fatto molto meno figli degli abitanti delle altre regioni.

Se la città ha aumentato i suoi abitanti è stato l'effetto di operazioni "amministrative" (nascita della Grande Genova), di immigrazione rivierasca, dall'entroterra e dall'Oltregiogo (tradizionali serbatoi per la popolazione genovese), negli anni 50-60 immigrazione dal Sud e dalle isole e nell'ultimi 10-15 anni immigrazione dall'estero.

Genova ha sempre anticipato le tendenze demografiche nazionali. Speriamo che sappia pure anticipare una nuova tendenza all'aumento delle nascite.
Ripeto però che il discorso sugli asili nido aiuterebbe molto... oggi chi appartiene alla classe media è quasi certo di non potere trovare posto nelle strutture pubbliche.
xoth
00mercoledì 16 aprile 2008 17:23
I miei genitori mi hanno avuto a 26/27 anni, mio fratello quasi 10 anni dopo e in tutto questo tempo lo stipendio da impiegato di mio padre e' bastato a mantenere noi quattro, comprare una casa a Genova con il mutuo e dare una mano ai nonni a comprarne un bilocale per loro quando l'affitto ha iniziato a pesare troppo sulla pensione (che poi rimarra' a me o a mio fratello). Mia madre faceva la casalinga e i nonni i pensionati, quindi spese per baby sitter 0 e per l'asilo mio e di mio fratello quasi 0 (solo un'anno per abituarsi a stare fuori di casa perima delle elementari).

Oggi io ho 32 anni, quando lavorero' in maniera fissa e non come intermezzo tra un periodo di studio (ormai agli sgoccioli) e l'altro difficilmente avro' un contratto stabile prima dei 37/38 (se non aboliscono l'art 18 con nuovo governo), e difficilmente una casa mia prima dei 40 (augurando lunga vita a mia nonna). E senza un secondo stipendio di un'eventuale disgraziata che volesse pigliarmi come compagno :) difficilmente ci si potrebbe permettere un figlio,c he arriverebbe quindi dopo ormai i 40.
Anche tra la maggior parte dei miei amici che non hanno proseguito gli studi e si e' gia' sposato e filiato (a naso il 50%) il figlio e' arrivato dopo i 30 e non c'e' intenzione di farne un'altro a breve (o un'altro in generale) proprio perche' uno costa gia' troppo, e in tutti questi casi lavorano sia il marito che la moglie e spesso anche i nonni (per cui spese aggiuntive per nido o baby sitter).

Relativamente alla crescita degli ultimia nni a Genova (che e' gia' terminata) bisogna ringraziare l'immigrazione dal Sud America (cosi' come negli anni 60/70 l'immigrazione responsabile del boom era del centro e sud Italia) e la regolarizzazione di altri immigrati gia' presenti dalla fine degli anni 90 (Albania e Nord Africa), per cui non si tratta di crescita interna.

it.wikipedia.org/wiki/Genova#Evoluzione_demografica
marcox2110.
00mercoledì 16 aprile 2008 17:23
Re:
euge1893, 16/04/2008 17.19:



Genova ha sempre anticipato le tendenze demografiche nazionali. Speriamo che sappia pure anticipare una nuova tendenza all'aumento delle nascite.
Ripeto però che il discorso sugli asili nido aiuterebbe molto... oggi chi appartiene alla classe media è quasi certo di non potere trovare posto nelle strutture pubbliche.



E aiuterebbe molto creare 10, 20 e 30 mila posti di lavoro, non lasciandosi sfuggire opportunità gigantesche come ad esempio la Costa Crociere
creando l'Erzelli due ad esempio nelle aree ex Miralanza (grandi come Erzelli sopra sestri), sviluppando banda larga nelle vallate limitrofe (valle scrivia su tutte) dando possibilità a tanti laureati di lavorare da casa come avviene da 20 anni negli stati uniti

ci sono molti altri esempi di questo tipo....





Münchner.Fax
00mercoledì 16 aprile 2008 17:28
marcox2110., 16/04/2008 17.16:


Ma allora poi non lamentiamoci se i voli sono pochi, se i treni li tagliano, se gli autobus li dimezzano, se la metro si ferma a brignole, se qualcuno parla di fusione tra genoa e samp, se il porto licenzia, se l'ufficio postale lo accentrano ecc. ecc. ecc. perchè i servizi logica vuole debbano essere mantenenuti solo se remunerativi (quelli privati) o comunque, se non remunerativi, se giustificati da un certo numero di utenze (quelli pubblici)
bisogna anche sapere le conseguenze delle scelte e cosa comporta in termini di vivibilità, da tutti i punti di vista l' "essere piccoli".


Sì ma per stare all'argomento di questo forum, treni, metro, autobus eccetera sono insufficienti già oggi, con la gente che c'è oggi! Io pretenderei innanzitutto delle frequenze adeguate alla popolazione attuale, visto che gli autobus sono strapieni. O contestualmente alla frequenza dobbiamo aumentare la popolazione, così rimangono sempre strapieni?
Piuttosto, l'aumento demografico è una conseguenza, non una causa, dell'amministrazione efficiente, della buona organizzazione e dela qualità della vita. Non dobbiamo essere di più per avere servizi migliori, semmai il contrario: dobbiamo prima rendere la città più dinamica (politiche del lavoro, risorse occupazionali, interventi socioculturali) e vivibile (servizi pubblici, ammortizzatori sociali, servizi alla famiglia), e solo poi questo causerà un aumento della qualità della vita. Il miglioramento del benessere, ovviamente quello reale (economico e sociale) ma soprattutto quello percepito, innescherà naturalmente un aumento demografico.
lucamax-ge
00mercoledì 16 aprile 2008 17:32
Re: Re:
marcox2110., 16/04/2008 17.11:



Perchè Genova è strutturata per avere 800 mila / 1 milione di abitanti....



Genova ha avuto un picco massimo di circa 870 mila abitanti ad inizio anni '70, quando gli standard abitativi erano differenti dagli attuali. Spesso le famiglie erano composte da 5/6 persone stipate in appartamenti piuttosto piccoli.

Da allora non e' stato costruito moltissimo, qualche quartiere collinare come Cige/Begato9, Quarto Alto, qualcosa a tra Pegli e Pra, ma nel complesso la citta' non ha piu' avuto grande espansione edilizia negli ultimi 30 anni.

Questa premessa per dire che Genova e' probabilmente strutturata per 700/800 mila abitanti, non di piu', ma sono d'accordo col resto che scrivi.

Anche secondo me sarebbe preferibile che avesse 300 mila abitanti, ma questo sarebbe stato possibile se nei primi decenni del '900 non avesse avuto quell'immenso sviluppo industriale che ha avuto. Ci saremmo anche risparmiati un sacco di disastri ambientali, avremmo le spiagge nel ponente, val polcevera e val bisagno con le casette e gli orti e probabilmente io non sarei qui visto che i miei antenati sono immigrati in quel periodo.

Ma ormai il danno e' fatto e sarebbe il caso di riuscire almeno a stabilizzare i residenti attuali, per non precipitare in una nuova e pesante crisi.

Riguardo alle altre citta' citate, attenzione a non confondere abitanti del comune con quelli dell'area urbana. Genova ha il comune che coincide quasi perfettamente con l'area urbana di riferimento (al massimo aggiungi 50 mila abitanti), le altre affatto, Nizza come area urbana e' simile a Genova, Marsiglia e soprattutto Barcellona sono ben piu' grandi.



em66
00mercoledì 16 aprile 2008 17:40
Re: Re:
marcox2110., 16/04/2008 17.11:



Perchè Genova è strutturata per avere 800 mila / 1 milione di abitanti. Se vogliamo 350 mila abitanti, allora rassegnamoci all'idea che a Begato (è un esempio) anzichè 20 mila abitanti ce ne saranno 10 mila, che taglieranno gli autobus perchè poco remunerativi, che la gente si lamenterà del servizio peggiorato, ecc. ecc. ecc. L'aeroporto ha una dimensione media, le stazioni sono numerose e abbastanza grandi, forse le strade sono poche ma qui è l'orografia a dettar regola, e le abitazioni sono tante, tantissime e sfitte. Se vogliamo una città a macchia di leopardo, con pochi abitanti, pochi servizi (gli essenziali) le periferie vuote, il degrado, ecc. allora siamo sulla strada sbagliata.
E' un po' diverso dal discorso dello stadio (vedi la discussione che ne parla). E' inutile costruire uno stadio grande se poi il 90% delle partite sembra praticamente vuoto.
La città ormai grossa ce l'hai già pronta, non devi costruirla ma soprattutto non puoi demolirla. Devi solo riempirla.
Di persone, di commercio, di idee...



Ma dove le hai viste le strutture per 800mila/1milione di persone?
In realta` le strutture sono insufficienti per gli attuali 600mila abitanti.

Anche il numero medio di componenti per famiglia dovrebbe essere diminuito, quindi per una popolazione inferiore c'e` necessita` di piu` abitazioni.

Quanto a Begato (o al CEP) non penso che sarebbe una grande perdita se, per mancanza di abitanti, il quartiere venisse almeno parzialmente demolito. Pensi forse che chi ci abita sia contento della sistemazione?


em66
00mercoledì 16 aprile 2008 17:44
Re:
Münchner.Fax, 16/04/2008 17.28:


Sì ma per stare all'argomento di questo forum, treni, metro, autobus eccetera sono insufficienti già oggi, con la gente che c'è oggi! Io pretenderei innanzitutto delle frequenze adeguate alla popolazione attuale, visto che gli autobus sono strapieni. O contestualmente alla frequenza dobbiamo aumentare la popolazione, così rimangono sempre strapieni?
Piuttosto, l'aumento demografico è una conseguenza, non una causa, dell'amministrazione efficiente, della buona organizzazione e dela qualità della vita. Non dobbiamo essere di più per avere servizi migliori, semmai il contrario: dobbiamo prima rendere la città più dinamica (politiche del lavoro, risorse occupazionali, interventi socioculturali) e vivibile (servizi pubblici, ammortizzatori sociali, servizi alla famiglia), e solo poi questo causerà un aumento della qualità della vita. Il miglioramento del benessere, ovviamente quello reale (economico e sociale) ma soprattutto quello percepito, innescherà naturalmente un aumento demografico.


Sono d'accordo, l'unico modo per incentivare un aumento demografico e` quello di migliorare le condizioni di vita.

lucamax-ge
00mercoledì 16 aprile 2008 17:45
Re: Re: Re:
em66, 16/04/2008 17.40:



Quanto a Begato (o al CEP) non penso che sarebbe una grande perdita se, per mancanza di abitanti, il quartiere venisse almeno parzialmente demolito. Pensi forse che chi ci abita sia contento della sistemazione?




Se c'e' decremento demografico, c'e' meno ricchezza e non ci sono i soldi per le demolizioni

la demolizione di parte di quel quartiere era nel programma dell'attuale sindaco, ne hai piu' sentito parlare?


Il Celle
00mercoledì 16 aprile 2008 18:39
Alcune precisazioni per cominciare: [SM=x1405311] Nizza comune fa 350mila abitanti ma con città limitrofe arriva ufficialmente a 888mila abitanti (forse un po'esagerando); Barcellona ugualmente passa da 1.6 ml a circa 4 con alcuni (5) centri limitrofi con oltre 100mila abitanti di cui 3 con oltre 200mila (per confronto Spezia è a 95mila, SV 67, Im 40, Sanremo 60, Rapallo 30); Marsiglia passa da 800 a 1,3 milioni a seconda della delimitazione. Genova, considerando l'alta ValPolcevera e la riviera da Cogoleto a Camogli rimane sotto i 700mila.
La ripresa demografica evidenziata da qualcuno è falsa per questioni legali e statistiche di adeguamenti dell'anagrafe post-censimento e regolarizzazioni di immigrati, senz'altro però è migliorato il trend e si può parlare di calo della popolazione e non più di crollo!
Penso anch'io che la città è attualmente strutturata per avere più abitanti ma non più di 750mila circa, oltre si compromette anche la vivibilità.
Il vantaggio di avere più popolazione, specie se attiva e dinamica (quindi non 80enni rincoglioniti) è la creazione di un mercato più vasto e di maggiori opportunità di lavoro: l'aumento di postoi di lavoro fa scattare un circolo di aumento di popolazione che provoca un ulteriore aumento di lavoro, ecc
Indubbiamente la situazione sociale attuale non aiuta: se ho da pensare a trovarmi un lavoro a tempo determinato vanno in secondo piano le ambizioni familiari! (eppure la Tv ci prova a far figliare di più gli italiani proponendo programmi spesso orribili..!)
Per il momento basta così, aggiungerò altro prossimamente
Letimbrus
00mercoledì 16 aprile 2008 20:04
io non direi "ormai il danno è fatto" per definire il fatto che Genova ha poco più di 600000 abitanti, perchè, a mio avviso, vista la posizione della città e la sua storia, era IMPENSABILE che rimanesse piccola, sui 350mila.
mettiamo che negli anni 30 non fosse stata creata la Grande Genova e che non ci fosse stato lo sviluppo... alla fine un boom demografico e industriale vi sarebbe stato, e allora sarebbe stato MOLTO PEGGIO!
cito l'esempio vicino a me: Firenze

prima dell'alluvione del 1966, la zona intorno, compresa Prato che allora non era provincia autonoma, era praticamente agricola e la città si attestava sui 150mila abitanti, la quasi totalità fiorentini o toscani.
dopo l'alluvione, su quei campi, venne creato uno dei più grandi distretti industriali del Paese e così facendo la popolazione è aumentata senza che la città fosse preparata (lo dimostra il fatto della mancanza della tangenziale).
Oggi Firenze ha 350mila abitanti, Prato 250mila e tutta la conurbazione, da Pistoia a Figline Valdarno ,conta 1 milione di persone!
ma si vive male, malissimo! tutto questo perchè non è stato uno sviluppo graduale, ma quasi repentino e improvviso! chi conosce la città lo sa: non sembra strutturata per quella popolazione, non è stata pianificata! ed ecco anche perchè comuni come Scandicci anno 50mila abitanti (praticamente un'altra Siena).

Genova invece è tutto il contrario: è sempre stata "predisposta" ad espandersi. Magari non ai livelli di Milano o Roma, ma fino al milione, come dimostrava una ricerca condotta negli anni '60.
Il declino generale del paese si rispecchia quindi nel calo demografico e di competitività della città.

Mi duole dirlo, ma chi sostiene tesi del tipo "Genova dovrebbe avere 350mila abitanti!", mi sembra proprio la rappresentazione del maniman, o come si scrive. Insomma, il pensare in piccolo

scusate lo sfogo
lucamax-ge
00mercoledì 16 aprile 2008 21:34
Re:
Letimbrus, 16/04/2008 20.04:

Mi duole dirlo, ma chi sostiene tesi del tipo "Genova dovrebbe avere 350mila abitanti!", mi sembra proprio la rappresentazione del maniman, o come si scrive. Insomma, il pensare in piccolo



perbacco, ci vai giu' pesante! :-)

qui occorre qualche precisazione


prima dell'alluvione del 1966, la zona intorno, compresa Prato che allora non era provincia autonoma, era praticamente agricola e la città si attestava sui 150mila abitanti, la quasi totalità fiorentini o toscani.



Prima dell'alluvione del '66 Firenze (comune) aveva circa 450 mila abitanti. E ha raggiunto come Genova, e come altre citta' italiane, il suo massimo sviluppo demografico proprio in quel periodo.



dopo l'alluvione, su quei campi, venne creato uno dei più grandi distretti industriali del Paese e così facendo la popolazione è aumentata senza che la città fosse preparata (lo dimostra il fatto della mancanza della tangenziale).
Oggi Firenze ha 350mila abitanti, Prato 250mila e tutta la conurbazione, da Pistoia a Figline Valdarno ,conta 1 milione di persone!



La differenza tra Genova e le altre grandi citta' italiane e' proprio questa. Che se le altre citta' hanno perso popolazione all'interno dei confini comunali, l'hanno pero' aumentata nei comuni dell'hinterland. Genova non aveva la possibilita' di espandersi ulteriormente, avendo come hinterland montagne e mare.


Genova invece è tutto il contrario: è sempre stata "predisposta" ad espandersi. Magari non ai livelli di Milano o Roma, ma fino al milione, come dimostrava una ricerca condotta negli anni '60.
Il declino generale del paese si rispecchia quindi nel calo demografico e di competitività della città.



Avevo trovato il documento alla base del piano regolatore degli anni '60. Si immaginava un sviluppo che mai c'e' stato e che non sarebbe stato compatibile col nostro territorio a meno di costruire alti grattacieli. E difatti questo sviluppo non c'e' stato, ma proprio quel piano regolatore fu la base per i disastri edilizi degli anni '60, non programmando lo sviluppo della citta' ma lasciando costruire ovunque.

Genova non era in grado di sostenere quel tipo di sviluppo e la sua decadenza successiva a mio avviso e' in gran parte figlia dell'uso improprio che si e' fatto del territorio e della sua saturazione. Certo, c'e' stata la crisi del porto, quella delle industrie di stato, ma in un territorio diverso si sarebbero potute superare in altro modo, sviluppando altri settori.

Il calo demografico genovese non e' stato in linea con quanto accaduto in Italia. L'Italia e' piu' o meno stabile da decenni, Genova ha perso quasi un terzo della sua popolazione, senza che sia stata assorbita dall'hinterland.

Se non a 350 mila, diciamo almeno che sarebbe stato meglio se Genova avesse arrestato la sua crescita demografica ai livelli di prima della guerra, cioe' ai livelli circa attuali. Sarebbe probabilmente stato possibile se non avessero aperto le acciaierie di cornigliano, e probabilmente ne avremmo guadagnato tutti in salute e qualita' della vita.

Pensare in grande non credo debba necessariamente voler dire espandersi all'infinito, anzi la non conoscenza dei limiti e' il primo passo verso l'autodistruzione.


cliobini
00giovedì 17 aprile 2008 09:09
Letimbrus, 16/04/2008 20.04:


Mi duole dirlo, ma chi sostiene tesi del tipo "Genova dovrebbe avere 350mila abitanti!", mi sembra proprio la rappresentazione del maniman, o come si scrive. Insomma, il pensare in piccolo

Mi pare che sia solo una questione di capire quale è l'obiettivo che si vuole raggiungere.

Magari una città grande con molti abitanti, ha molte più "possibilità" di una piccola, ma di certo ha più problemi da gestire.

Si può pensare in grande per una comunità piccola (e magari centrare l'obiettivo) oppure pensare in grande per una grande città (e rammaricarsi sempre per non riuscire ad arrivare all'obiettivo).

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:58.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com