Denny Andersson vs Jack Di Cuori { Best Night to Die 2006 }

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DX rulez
00giovedì 26 ottobre 2006 14:57
Ahio Dib, per la stipula faccio qualche proposta:

Barbed-Wire Ladder Match - Un Ladder Match con il filo spinato sulle corde. No DQ, No Countouts

Torture Chamber - Hell in Cell circondato ai lati del ring e della gabbia da filo spinato. Sopra il Ring sono posizionati alcuni piccoli esplosivi e vari oggetti sparsi sono infiammati. Per vincere bisogna chiudere gli avversari in una bara chiodata o legarli alla ruota della tortura

Maximum Security Match - Una larga gabbia è messa intorno ad una più piccola, fra le due viene sospeso del filo spinato e ai lati della gabbia più grande ci sono delle cariche di C4, non ci sono corde e ogni volta che l'avversario sbatte contro la gabbia espplode una carica. La vittoria è solo tramite l'uscita dalla gabbia

Hell on Earth - All'interno della gabbia ai 4 angoli ci sono del filo spinato e delle fiamme. Sparse dappertutto ci sono numerose armi di qualsiasi genere .Ogni tanto vengono rovesciate dentro anche dei chiodi e dei vetri . si vince per Pin o sottomissione.


Ecco, penso che queste bastino, dimmi quale te piace di piu...
HHHThegame
00giovedì 26 ottobre 2006 15:38
calcolando che i due sono wrestler molto agili andre per il primo.

il maximum security è un qualcosa di spettacolare, ma la preparazione del ring per un match del genere permetterebbe di poterlo fare solo nel main. [SM=x898272]
DX rulez
00giovedì 26 ottobre 2006 15:57
Azz peccato... Vabbe, vada per il primo, sempre se la struttura non si autocostruisce, sarebbe fighissimo, insomma vedi te [SM=g27988]
DX rulez
00lunedì 30 ottobre 2006 13:37
Sweet Dreams Capitolo I
Tic… Tac… Tic… Tac…

Notte fonda in quel di Los Angeles, le strade erano piene di pozzanghere dovute alla pioggia insistente del pomeriggio, ed esse riflettevano le insegne dei locali notturni.
Questo è ciò che Denny aveva intorno a sé, poche macchine, poca gente, solo prostitute che avanzavano richieste, anche per pochi dollari dato l’avvenente fascino dello svedese. Ma Denny proseguiva per la sua strada, passo dopo passo, secondo dopo secondo, accompagnato da un incessante ticchettio nella mente…

Tic… Tac… Tic… Tac…

Ormai erano diverse ore che vagava senza una meta precisa, solo alla ricerca di un po’ di pace che faticava a trovare, cercando di sfuggire alla continua persecuzione mentale dalla quale era afflitto.
Un impermeabile cingeva il corpo dell’uomo che con le spalle strette e le mani in tasca cercava di superare i vicoli più bui, intimorito da chiunque potesse esserci a quell’ora, infatti le voci che giravano su quel quartiere non erano del tutto infondate, due uomini, poco più nascosti stavano picchiando un’altra persona, forse per soldi, forse per droga, ma Denny preferì proseguire, meglio cercare di risolvere prima i propri problemi, e poi fare i supereroi…

Tic… Tac… Tic… Tac…

Niente, appena il ragazzo cercava di divagare mentalmente qualcosa dentro di sé aumentava il fastidio dovuto al ticchettio, non poteva pensare ad altro, forse non doveva.
Era dal pomeriggio che Denny era schiavo di questo intenso rumore, quasi fosse un avvertimento, un avviso, forse alla fine del fastidio, qualcosa sarebbe accaduto…

Tic… Tac… Tic… Tac…

Il timore dello svedese era proprio questo, non sapeva cosa sarebbe successo alla fine del ticchettio.
Cosa gli sarebbe accaduto? Lui non lo voleva sapere, ma irrimediabilmente doveva attendere, con un’ansia crescente che lo stava portando ad essere sempre più nervoso…
Tra un pensiero e l’altro non si era accorto che era ricominciato a piovere, e sul suo volto le prime gocce d’acqua colavano fino al petto, ma non ci fece caso, e continuò a camminare fino ad addentrarsi in un parchetto…

Tic… Tac… Tic… Tac… Stop.

Denny si fermò di soprassalto, il ticchettio era terminato all’improvviso proprio di fianco ad un gazebo, dove egli trovò riparo da una pioggia sempre più insistente.
E’ come se qualcuno avesse fermato il ticchettio, come se qualcuno ne fosse padrone, padrone della sua mente.

“Il tempo è giunto, finalmente.“

“Chi sei?? Chi diavolo sei??” Tuonò Denny, visibilmente innervosito, con le mani nei biondi capelli bagnati, quasi per proteggersi. Purtroppo però non ebbe risposta, la sua voce rimbombò a vuoto nel parchetto fino a sparire…

“Ed ora, silenzio.”

Su queste parole Denny cadde a terra, immobile, le sue orecchie non percepivano più nessun rumore esterno, solo il battito del suo cuore…

Tic… Tac… Tic… Tac…

Proprio così faceva il suo cuore, con questo ritmo, ecco perché forse non sarebbe finito mai. Un rumore insopportabile che veniva dal profondo di sé stesso, ma che d’improvviso si fermò, di nuovo, il suo cuore non batteva più, i suoi occhi si chiusero.

Riaprì i suoi occhi, ma non era più sotto il gazebo, non vi era più pioggia intorno a lui, bensì un bosco buio, oscuro. Si rialzò e si guardò intorno cercando di capire dove si trovava e, soprattutto, perché si trovava li.

“Questo non è altro che l’inizio, sopravvivi, e scoprirai cose che nella tua vita terrena non hai mai scoperto. Questo non è altro che quello che l’umanità ha fatto, sta facendo e farà, e tu sarai il primo, l’unico a vedere quali saranno le punizioni per coloro che nella vita hanno errato. Soffri per loro. Soffri con loro. ”

Denny rimase immobile, sconcertato da tali parole, e confuso si addentrò ancora di più tra gli alberi del fitto bosco.

“Io, io ero a terra, a Los Angeles, non capisco dove mi hanno portato, e non capisco nulla di quello che mi ha detto quella voce, perché io? Perché proprio io sono stato prescelto per capire cosa l’umanità dovrà sopportare dopo il trapasso?”

Il ragazzo non aveva nessuna idea precisa nella mente, vagava solamente in cerca di qualcosa o qualcuno che potesse aiutarlo, aiutarlo a capire, aiutarlo a tornare alla sua vita; questo bosco doveva significare qualcosa per lui, tutto ciò non era altro che frutto della sua immaginazione, tutto ciò che vedeva e che sentiva doveva avere un senso nascosto.

Continuando a camminare trovò un foglietto attaccato ad un albero con un chiodo, forse un indizio, infatti si avvicinò per leggere.

“Per proseguire devi trovare la luce, ma fa attenzione, non ti sarà permesso di sbagliare.“

Così recitava il biglietto, di fatto il punto di partenza dal quale Denny doveva partire, doveva trovare una luce, la luce.
Riprese il cammino alla ricerca della luce, avvolto nei suoi soliti pensieri, nella sua mente prendevano forma diverse situazioni, doveva trovare una luce ma non poteva sbagliare, doveva stare attento, altrimenti poteva rischiare di non vedere mai più la sua famiglia. Tutto è iniziato per qualche motivo, e lui doveva arrivare fino in fondo e scoprire il significato di tutto ciò.

“Ricorda, il tempo può essere consigliere, ma può anche essere il tuo peggior nemico, non abusare della sua bontà, potrebbe affossarti da un momento all’altro. E ricorda anche un’altra cosa, non ti fidare mai di nessuno, neanche di chi pensi possa essere la tua unica salvezza.”

La voce era tornata a farsi sentire, confondendo ancora di più Denny, che proseguì il suo viaggio per un piccolo sentiero tortuoso verso meta sconosciuta.
Pochi minuti dopo, un vecchietto si parò dinnanzi al giovane, era davvero malridotto; Casualmente le parole poc’anzi udite si materializzavano davanti ai suoi occhi, un vecchietto indifeso era proprio l’esca che poteva distruggere la sua vita, non era reale, doveva rifiutarsi di aiutarlo, infatti così fece.
Proseguì per la sua strada mentre il vecchietto alle sue spalle era ansimate dal dolore, inginocchiato a terra, con il viso smunto e pieno di ferite.
Denny cercava di non pensare a quel pover’uomo in fin di vita, rassicurandosi che fosse soltanto una finzione, che era quella la cosa da fare, ma neanche cinque minuti dopo lo stesso vecchietto era di nuovo a terra dinnanzi a lui, come prima ansimante di dolore.
Neanche questa volta Denny si fermò.

Un dolore immenso provava nel cuore il buon ragazzo, che agiva contro la sua volontà, ma per il suo bene. Come aveva detto la voce, doveva desistere da tutto e tutti, non doveva perdere tempo né farsi gabbare, doveva solo proseguire la sua strada verso la luce.

Dopo un’ora di cammino sullo stesso sentiero Denny scorse un piccolo bagliore di luce, era la luce che cercava, situata in cima ad un colle.
Più si avvicinava però, e più notava il paesaggio circostante, davvero tetro e inquietante, solo il colle incuteva un sentimento positivo nel ragazzo, ma all’improvviso, sulla via della salvezza un guerriero armato di spada bloccava il passaggio.

“Ero io, ero io quell’uomo al quale non hai salvato per ben due volte, come vedi era soltanto una prova per vedere se tu saresti stato degno di proseguire verso la luce, cosa che non accadrà.” Così esordì il guerriero contro Denny, che non sapeva cosa fare, se non tentare di spiegare l’accaduto. “Guerriero, tu sbagli, io non ti ho aiutato perché la mia vita è in pericolo, altrimenti ti avrei portato soccorso! Ti giuro, non avrei mai fatto una cosa del genere.” Tentò di scusarsi Denny ma non ci fu verso di far cambiare idea al guerriero, che dopo aver lanciato una spada vicino all’avversario partì all’attacco per uno scontro all’ultimo sangue.

I due si fronteggiarono per diversi minuti, le spade si intrecciavano in tutti i modi, il sangue delle piccole ferite sporcava i vestiti di Denny, che alla fine riuscì ad avere la meglio, con un colpo allo stomaco.
Era comunque provato, e strisciando tentava di giungere alla sommità del colle, ma quest’ultimo si allontanava sempre di più, la luce si affievoliva sempre di più, fino a scomparire.

Denny, incredulo, con le poche forze residue si rimise in posizione eretta, urlando delle spiegazioni da riceve da chiunque, che non tardarono ad arrivare.

“Tu sei uno stolto, ti avevo ben consigliato di evitare di fidarti di chi non conosci, eppure…”

“Io ho fatto come mi hai detto!.” Urlò rabbiosamente Denny. “Dove ho sbagliato?”

“Dovevi diffidare da chiunque ragazzo, soprattutto di chi non conosci, e ti ho dimostrato che tu non mi conosci. Per raggiungere la luce dovevi aiutare chiunque ti avesse implorato aiuto, ma non l hai fatto, credendo ciecamente alle mie parole, e come ti avevo preannunciato, preparati a soffrire, il tuo viaggio incomincia adesso. Ahahah. “

“No, non può essere, sei un bastardo, un fottutissimo bastardo, qualsiasi cosa tu sia.”

“Io? Io sono te Denny, siamo la stessa cosa, ed ora, buon viaggio.”

Il ragazzo venne risucchiato dalla grotta, quasi come se una forza superiore lo stesse tirando, i suoi tentativi di ancorarsi al terreno con le unghie furono esigui, nonostante esse stiano sanguinando. Il vero incubo di Denny incominciava in quel momento.
HHHThegame
00lunedì 30 ottobre 2006 16:52
Predeterminazione, parte 1°
“Sei proprio sicuro di volerlo fare?”
“Si”
“Allora assicurati che sia legato tutto bene, alla perfezione, non voglio averti sulla coscienza!!
”Vaffanculo, guarda che ti porto giù con me!”
“Ahahah, dai non ti scaldare! Scherzavo!”
“Lo so, sempre il solito cazzone! Ahahah!”

Due uomini di media età si trovavano a dialogare all’interno di una stanza di metallo. L’ambiente era piuttosto scarno, erano presenti appena un paio di panche, sempre metalliche, e un piccolo estintore, oltre che un mini-box a muro con un kit di pronto soccorso e uno zaino ben imbottito subito accanto. Sarà stata lunga circa 6-7 metri e larga 3, l’equilibrio era piuttosto instabile e attraverso un oblò si riuscivano a vedere le nuvole intorno al velivolo contenitore di questo inferno di metallo, su cui il sole picchiava forte e causava una sorta di effetto serra piuttosto sgradevole per i passeggeri. Fortunatamente il freddo degli 8000 metri compensava la calura causata dalla stella diurna più vicina alla terra, perciò i due non si accorgevano di questo bizzarro clima.

Predeterminazione. Destino. Fato. Quanti ancora vi credono?
Se si crede in Dio non si può credere nel libero arbitrio.
Se si crede nel libero arbitrio, allora riesce difficile credere a Dio.
Ma esisteranno queste due variabili nella vita di un uomo?


Zack, questo il nome di uno dei due ragazzi, si passò una mano sulla fronte madida di sudore. La tuta che indossava gli dava quasi la sensazione di sentirsi dentro una sauna, tanto che ogni tanto doveva asciugarsi la fronte e gli occhi per evitare che il sudore gli finisse negli occhi. Una goccia dal suo naso cadde a terra e scivolò fino alla cabina di pilotaggio seguendo una traiettoria trasversale che sembrò ipnotizzarlo. Fu svegliato dal richiamo di Rody, il suo compagno, che avrebbe dovuto dirgli quando e come gettarsi in questa lezione di paracadutismo. Zack, infatti, al contrario del più navigato amico, era ancora alle prime armi in questo sport.
I due iniziarono a dialogare, Rody spiegò dettagliatamente ogni istruzione al compagno più volte, ricordandogli di non fare evoluzioni complesse essendo questa la sua prima lezione da solo. Gli chiese se ricordava quale corda tirare, ricevendo una solerte risposta che lo rassicurò.


Secondo le comuni credenze popolari, è possibili predire il futuro tramite riti apotropaici con lo scopo di esorcizzare il male.
Possono però esistere anche riti malefici atti ad attirare il malocchio su una determinata persona.
Prima di tutto ciò, però, è necessario predire il futuro di una persona per carpire se sia costellato da eventi positivi o nefasti.


Zack deglutì, la tensione iniziava a farsi palpabile, e la sudorazione aumentava, non solamente per il clima ma anche per l’emozione. Per tranquillizzarlo Rody poggiò entrambe le mani alle sue spalle, perciò entrambi si lanciarono uno sguardo rassicurante. Chissà cosa lambiva nella mente di Zack in quei momenti. Rody andò dunque a fare un cenno al pilota che il suo amico si stava per tuffare, quindi si girò verso il paracadutista e disse:

“Zack, sei pronto?”

Fece cenno di si col capo. Con molto energia Rody tirò dunque il portellone del velivolo, facendo così sferzare il vento gelido che diventava tagliente come un rasoio a causa dell’attrito della velocità al quale andava il piccolo aereo.

Uno dei molti modi per predire il futuro è quello di ricorrere alla cartomanzia.
Tramite l’uso di tarocchi, carte da poker e simili, infatti, è possibile tracciare quadri con i quali predire il futuro.
La regola principale della cartomanzia, però, è che non esiste un futuro certo già prescritto.
Semplicemente esiste un futuro “standard” già predeterminato.


Zack tirò una lunga boccata d’aria, quindi si abbassò gli occhialini protettivi e si tuffò nel vuoto.
Zack amava il paracadutismo. Lo faceva sentire libero da qualunque catena lo cingesse e gli limitasse la libertà. Mentre il suo corpo librava nell’aria muovendosi in eleganti capriole senza alcun ostacolo a bloccarne l’esecuzione, si sentiva il padrone del cielo e della terra. Era libero, niente avrebbe potuto bloccare i suoi movimenti che si propagandavano nell’aere. Man mano che scendeva acquistava sempre più velocità. Passò i primi 2000 metri di discesa a compiere movenze perfette per poi decidere finalmente di assestarsi e mettersi in posizione per aprire il paracadute.


Questo futuro “standard”, però, può essere cambiato in qualunque momento della nostra vita, l’importante è conoscerlo.
Stando a questi dettami esoterici, il futuro “standard” sarebbe il futuro che ci dovrebbe accadere, sia nell’immediato che nel lungo periodo, nel caso continuassimo a comportarci come ci impone la normale routine comportamentale relativa al nostro carattere.
Conoscendolo, però, possiamo commettere gesti insoliti in grado di modificarlo, sia minimamente sia radicalmente.


Zack era finalmente riuscito a trovare l’equilibrio necessario, ci aveva messo più del solito, complice anche il fatto che fosse il primo “volo” in solitaria. Allargò braccia e gambe, alzando le ginocchia verso l’alto, per poi afferrare con la mano destra la fune che avrebbe permesso al paracadute di aprirsi.
Ma ciò non accadde. Un guasto inaspettato infatti sembrava aver colto lo zainetto in quell’istante, e il panico incominciava ad attanagliare il poveraccio. Colto da spasmi, tirò più volte la cordicella senza alcun risultato concreto. Sentiva la morte ad un passo da lui, ma non riusciva ad essere triste. In lui vigeva solo preoccupazione e incapacità di rendersi conto di ciò che stava accadendo.


Eppure, non sempre cambiando il futuro “standard” senza un piano ben preciso, si riescono ad ottenere ripercussioni positive sulla nostra vita.

Molti si chiedono cosa passi per la testa di un uomo poco prima che stia morendo, mentre lui è consapevole che la fine sia vicina.
Molti credono che per la testa di un uomo in quei momenti passino i propri affetti, la propria moglie, la propria fidanzata, la propria amante, i propri figli.
La propria vita.
Altri credono che in quei momenti ti scorra velocemente tutta la tua vita davanti, con rapidi flashback che riepiloghino i momenti salienti della tua esistenza, passando dalla tua infanzia fino alla vecchiaia, nel caso ci si arrivasse.
Nella mente di Zack non c’era niente di tutto ciò. nella sua mente riecheggiavano le parole di un cartomante dal quale era andato pochi giorni prima.
Il locale era scarno, appena restaurato, si trovava nella periferia di Pittsburgh. L’insegna era rovinata, a 1/3 della scritta era presente una vistosa ammaccatura, ma osservandola senza attenzione sembrava quasi un effetto voluto. All’ingresso era presente ad accogliere i clienti una splendida cameriera dai tratti orientali, mentre andando in avanti di qualche passo si passava attraverso una cascata di tende che portava allo studio vero e proprio. Appena addentratosi nei meandri di quel bizzarro luogo fievolmente illuminato, Zack si sedette, e subito dovette sorbirsi un discorso del cartomante riguardo la predeterminazione e il futuro, per poi passare al responso vero e proprio alla sua domanda.


Purtroppo, nel tuo caso, il fato è sventurato, poiché è presente solo la morte. Questa è la prospettiva base di ciò che ti aspetta, a meno che tu non prenda le dovute precauzioni. Mi duole darla codesta notizia, dato il caso che raramente leggo le carte riguardo la morte di alcune persone, ma mi sono sentito in dovere di avvertirla. L’unico modo che lei ha per...

Zack non lo fece terminare e se ne andò sbraitando agli indirizzi del cartomante.
E ora si ritrova qui, ad un passo dalla morte. Aveva avuto la fortuna di poter prevenire il suo trapasso ma non quella di essere stato tanto umile da prender precauzioni. Sull’aereo iniziarono tutti a preoccuparsi, si domandavano il perché ancora non avesse aperto il paracadute, il perché ancora si stesse mettendo in equilibrio. Nessuno aveva nemmeno lontanamente pensato all’ipotesi del guasto. Negli occhiali di Zack iniziarono a farsi strada le prime lacrime, quando ormai mancavano solamente 2800 metri alla fine.
Si ricordò, facendo ricorso all’ultimo barlume di razionalità, della presenza di una procedura di emergenza, che prevedeva il tirare una seconda fune oltre ad altre operazioni da compiere. Per sua fortuna, funzionò tutto, e il paracadute si aprì in extremis. La velocità iniziò a diminuire, sebbene fosse ancora troppo elevata, eppure a 200 metri dal terreno era sufficiente ad un atterraggio morbido.
Un sorriso di felicità si stampò sul volto di Zack, che dunque poggiò a terra il piede sinistro per poi continuare la sua corsa in quel campo ricoperto da alte spighe di grano.


Eppure, non sempre riuscendo ad evitare un avvenimento funesto come la morte, si riesce ad incombere in un avvenimento positivo.
Perché, in fondo, la morte comporta una rinascita, e dunque una condizione migliore di quella attuale.


Altri due passi furono fatti da Zack, finchè la sua risata non si trasformò in uno straziato urlo di dolore. Cadde a terra dolorante, portò le mani alla gamba sinistra che alzò in volo mentre schizzi di sangue zampillavano ovunque. Un equipe medica di pronto soccorso che si trovava li per constatare la situazione del paracadutista corse subito a visitarlo, e notarono che una tagliola per la caccia alle lepri aveva maciullato la sua caviglia arrivando fino a scavare l’osso, che per poco non fu tranciato di netto. La profondità della ferita era sicuramente dovuto anche alla veemenza col quale Zack aveva pestato, in corsa, il meccanismo della tagliola. Vistandolo, un medico non potè che esclamare la più dura delle sentenze.

“Purtroppo sono presenti troppe tracce di ruggine, questa tagliola è qui da almeno un anno. C’è un gravissimo rischio che faccia infezione. Saremmo costretti ad amputare, mi dispiace.”

Mentre la vita, invero, è solo sofferenza.

[Modificato da HHHThegame 30/10/2006 16.53]

HHHThegame
00lunedì 30 ottobre 2006 16:54
spot che si rifà molto allo stile adottato nell'ultimo periodo da parte di Genny. Spero piaccia, c'è un'idea molto semplice di base, mentre lo stile di scrittura è il più curato possibile, sebbene pensi ci sia qualche errore di battitura, nn avendop avuto il tempo di ricontrollarlo.

Buona lettura e soprattutto in bocca al lupo Andre! [SM=x898272]
=El gran Luchadore=
00lunedì 30 ottobre 2006 17:18
Bhè, questo ragazzo ha lo Sharingann (x ki vede Naruto!)...
Vede una tipologia di spot e subito è in grado di gestirla alla grande!
Complimenti, una bella idea ben sviluppata e scritta in una forma davvero fantastica!!!
Kurtangle86
00lunedì 30 ottobre 2006 17:30
Re:

Scritto da: =El gran Luchadore= 30/10/2006 17.18
Bhè, questo ragazzo ha lo Sharingann (x ki vede Naruto!)...
Vede una tipologia di spot e subito è in grado di gestirla alla grande!
Complimenti, una bella idea ben sviluppata e scritta in una forma davvero fantastica!!!



Anche io voglio lo Sharingan! [SM=x898268]
|Mattitude|
00lunedì 30 ottobre 2006 18:33
[SM=x898322]
DX rulez
00lunedì 30 ottobre 2006 20:00
Tra poco leggo lo spot, voglio vedere che ha fatto il mio Dibbiuzzo, che, a vedere da quanto ha scritto, ha mantenuto la promessa di spottare come sa, son contento, in bocca al lupo [SM=x898272]
DX rulez
00lunedì 30 ottobre 2006 20:31
Allora, letto lo spot, devo dire che la storia è bella, molto molto azzeccata, l'unica pecca SECONDO ME è l'uso eccessivo di paroloni nei ragionamenti, che li rendono poco scorrevoli...

Per il resto bel lavoro, un work che va migliorando fino ad un finale davvero molto ben fatto.

Complimenti a Dib, [SM=x898272]
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