La criminalità organizzata [o mafia]

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mabi?
00martedì 15 novembre 2005 22:58
Datare le origini del potere criminale nel nostro Paese è impresa ardua, se non impossibile. Più semplice definirne la natura che rappresenta una peculiarità tutta italiana. Questo non vuol dire che in altri paesi non esistano forme di criminalità organizzata, ma è soprattutto in Italia che il sistema dell’illegalità si è storicamente definito in precise organizzazioni, ciascuna con proprie caratteristiche e precisi radicamenti regionali.
Il fenomeno di gran lunga più diffuso - e che negli anni dell’emigrazione è stato esportato soprattutto oltreoceano, in paesi ricchi come gli Stati Uniti – è quello della mafia siciliana che va anche sotto il nome di Cosa nostra. Fenomeni di criminalità organizzata, con varie ramificazioni, esistono da più di un secolo anche in Campania (la camorra), in Calabria (la ‘ndrangheta) e da tempi molto più recenti anche in Puglia (la sacra corona unita).





Agli italiani piace la mafia? Perché solitamente si condanna e si impreca molto più spesso verso le minoranze etniche che provocano fastidio e piccola criminalità e la mafia passa in secondo piano? Perché una persona costretta ad esempio a pagare regolarmente una somma di denaro alla mafia, si scaglia contro ad esempio i Rom per i furti al mercato?
Secondo voi è un problema maggiore l'immigrazione o la presenza della mafia, piaga dell'Italia?
Sheridan78
00martedì 15 novembre 2005 23:48
Re:

Scritto da: mabi? 15/11/2005 22.58
Più semplice definirne la natura che rappresenta una peculiarità tutta italiana. Questo non vuol dire che in altri paesi non esistano forme di criminalità organizzata, ma è soprattutto in Italia che il sistema dell’illegalità si è storicamente definito in precise organizzazioni, ciascuna con proprie caratteristiche e precisi radicamenti regionali. Il fenomeno di gran lunga più diffuso - e che negli anni dell’emigrazione è stato esportato soprattutto oltreoceano, in paesi ricchi come gli Stati Uniti – è quello della mafia siciliana che va anche sotto il nome di Cosa nostra. Fenomeni di criminalità organizzata, con varie ramificazioni, esistono da più di un secolo anche in Campania (la camorra), in Calabria (la ‘ndrangheta) e da tempi molto più recenti anche in Puglia (la sacra corona unita).




Anche le altre mafie sn definite in precise organizzazioni, senza che l'Italia abbia in minima parte influito sul loro originarsi ed inoltre nn soltanto la mafia italiana è stata esportata altrove. Leggi e fatti un'idea:

1) Mafia russa
Come per certi paesi allorquando s'intende riflettere su camorra, 'ndrangheta, mafia siciliana, stidda, sacra corona unita, si parla genericamente di mafia italiana, così, a volte, quando si parla della delinquenza in Russia, si fa riferimento alla mafia russa, e non, come sarebbe più corretto, a mafie russe. Persino uno dei maggiori esponenti della lotta alle mafie, Anatoli Kulikov, nel '98 sosteneva che "le mafie russe controllano 40.000 società e 550 banche, fra le quali le dieci banche più importanti". Infatti, nel periodo di Eltsin, si è verificato un completo incardinamento delle mafie nello stato russo "dal vertice alla base" e lo sconfinamento in tanti altri paesi degli affari illeciti. Attualmente si deve perciò parlare di mafia georgiana, di mafia uzbeca, mafia ucraina, della mafia di Vladivostok, della mafia del Kazan, della mafia degli ex agenti del KGB, della mafia del petrolio, della mafia del legno, della mafia di una certa oligarchia finanziaria. A quest'ultima cerchia appartengono, come sostiene Marie Jégo, i cosiddetti sette samurai del capitalismo russo: Boris Berezovskij, Michail Fridman, Vladimir Gussinski, Michail Khodorkovski, Vladimir Potanin, Alexandre Smolenski, Vladimir Vinogradov che hanno nelle mani la gestione di circa la metà dell'intera economia russa.

2) Mafia cinese
la cosiddetta mafia cinese ha le sue basi a Hong Kong e nell’isola di Taiwan, ma è diffusa — con ampie ramificazioni, — anche in Europa e negli Stati Uniti d’America. Prevalgono fra le triadi, le organizzazioni de il Grande Cerchio, la 14K e la Sun Ye On. Le comunità cinesi in America, in Australia e in Europa finiscono per essere tutte controllate dalle triadi, che disciplinano l’emigrazione clandestina dalla Cina verso gli altri continenti, fornendo documenti contraffatti, spesso di marinai legalmente espatriati, o utilizzando quelli di connazionali già emigrati, il cui decesso all’estero viene occultato. La tecnica di conquista del territorio, sperimentata in Inghilterra, in Olanda, in Canada, negli Stati Uniti d’America e recentemente anche in Francia, in Germania e in Italia, passa attraverso l’acquisizione di tutte le attività economiche del quartiere e la progressiva espulsione — indotta o coatta — dei residenti, fino alla costituzione di una vera e propria enclave, la così detta Chinatown, difficilmente penetrabile sia dalle forze dell’ordine sia dagli altri gruppi criminali. In questo modo, le Tongs hanno soppiantato Cosa Nostra sia nella gestione delle consuete attività criminose — la droga, la prostituzione e il gioco d’azzardo —, sia, e soprattutto, offrendo servizi assolutamente nuovi, quali il traffico di adolescenti e il commercio di organi per trapianti.


con questo nn ho voluto minimizzare il problema delle organizzazioni criminali italiane, ma ho voluto solo offrire una panoramica + ampia, farvi capire che ogni mondo è paese e che di certo le mafie, storicamente radicate anche da secoli ormai, purtroppo nn è possibile estirparle! Tornando al tuo quesito finale, caro Mabi, secondo me sarebbe + consono, con i tempi che corrono, debellare l'Italia dal male dell'immigrazione, se non altro ci alleggeriamo di un peso gravoso, intanto [SM=g27811]

Questo è ciò che io penso(e sottolineo io) [SM=g27817]
guguio
00mercoledì 16 novembre 2005 00:05
Re:

Scritto da: mabi? 15/11/2005 22.58
Agli italiani piace la mafia? Perché solitamente si condanna e si impreca molto più spesso verso le minoranze etniche che provocano fastidio e piccola criminalità e la mafia passa in secondo piano? Perché una persona costretta ad esempio a pagare regolarmente una somma di denaro alla mafia, si scaglia contro ad esempio i Rom per i furti al mercato?
Secondo voi è un problema maggiore l'immigrazione o la presenza della mafia, piaga dell'Italia?




è un problema paritario in parte!solo che se si parla di mafia il discorso è cmq più complesso!!come hai detto la criminalità organizzata è secolare e radicata in italia,e spesso non si esclude la partecipazione,la richiesta di favori da parte di politici...quindi come possiamo sperare che venga combattuta con efficacia,se prima i nostri governatori ci son dentro??.
personalmante ritengo che sia difficile vivere in posti devastati da questo fenomeno,la mafia è estesa e non dimentichiamo che sempre più spesso sono gli extracomunitari ad essere sfruttati da tali orgazizzazioni,diventando una piaga sociale

[Modificato da guguio 16/11/2005 0.05]

mabi?
00mercoledì 16 novembre 2005 00:18
Volevo solo precisare che quando si scrive in corsivo, non è farina dell'autore del post, am è una citazione, nel mio caso è una premessa che poteva anche non essere scritta ai fini del topic. Era solo per renderlo più articolato.

[in caso qualcun'altro la contesti]. [SM=g27811]
mabi?
00mercoledì 16 novembre 2005 00:21
Fatto sta che le persone che volevano sterminare i Rom, qua cambiano parere.

E secondo me questo è sintomo di un'Italia malata.
BJit
00mercoledì 16 novembre 2005 00:56
mabi te la metto in modo paradossale e sono sicuro che capirai...
la mafia fa parte dell'italia xcui fa parte di noi
gli stranieri vengono da fuori ...
avrebbe senso cacciare gli italiani dall'italia?no

[Modificato da BJit 16/11/2005 1.20]

Viga3
00mercoledì 16 novembre 2005 01:36
La mafia è un'organizzazione nata per sopperire alla mncanza di uno stato che nel sud è sempre stato troppo poco attivo. Per questo si è creata un'organizzazione (nata non con fini criminali) di stampo feudale volta a gestire le esigenze della gente. In seguito l'inevitabile scontro con le istituzioni ha fatto della mafia l'organizzazione criminale che tutti conosciamo.
Per questo combattere la mafia è difficilissimo, perchè è radicata nella cultura della gente.
La mia opinione è che un modo per combattere la mafia sia creare un regime forte, uno stato che funzioni anche là dove è la mafia a organizzare tutto. E poi intervenire per isolare i capi, senza i quali l'organizzazione andrebbe sgretolandosi. Ma io non sono certo la persona più indicata per trovare una soluzione al problema della mafia.

Per il resto quoto Ale, la mafia è parte della società, è radicata nella cultura di troppa gente per essere considerata una piaga alla pari dei rom.
carpa85
00mercoledì 16 novembre 2005 02:49
come siete tutti intelligenti...
Sheridan78
00mercoledì 16 novembre 2005 09:33
Re:

Scritto da: mabi? 16/11/2005 0.21
Fatto sta che le persone che volevano sterminare i Rom, qua cambiano parere.
E secondo me questo è sintomo di un'Italia malata.



davvero????? [SM=g27831]
forse l'hai sognato la scorsa notte??
Freescones
00mercoledì 16 novembre 2005 12:14
mio zio vive a palermo, ha pagato il pizzo ogni mese, come lui penso il 90% di chi possiede un negozio a palermo, bagheria, corleone, catania o dintorni. la polizia ovviamente sa tutto, perché non interviene non lo so.
credo ci sia ancora molta omertá e molta paura attorno a questo argomento
mabi?
00mercoledì 16 novembre 2005 12:17
Ancora non vedo post di condanna.
Post tipo quelli che ho letto nel topic dei Rom, ad esempio: Io rispetto tutti, ma i mafiosi non li sopporto, mi schifano, se così vuol dire essere razzisti*, allora sono razzista

[è solo un dato di fatto]


*So che la mafia non è una razza, ma il termine razzismo si può adattare molto bene.
mabi?
00mercoledì 16 novembre 2005 12:20
Re:

Scritto da: BJit 16/11/2005 0.56
mabi te la metto in modo paradossale e sono sicuro che capirai...
la mafia fa parte dell'italia xcui fa parte di noi
gli stranieri vengono da fuori ...
avrebbe senso cacciare gli italiani dall'italia?no

[Modificato da BJit 16/11/2005 1.20]




Io capisco Ale.

Allora mi viene da dirti: le preoccupazioni e l'odio verso lo straniero sono causa dell'ignoranza e del pregiudizio italiano, visto che come dite, la mafia è parte e integrata nello stato (dunque si conosce) e quindi si tollera.

Raga è brutta sta cosa.
Freescones
00mercoledì 16 novembre 2005 12:25
io pensavo che nel mio fosse sottinteso. la mafia é la piaga della sicilia, é uno dei piú grandi motivi di vergogna dell´intera nazione. c´é un carico di pregiudizi che mi porto dietro da sempre solo per il fatto di essere di palermo.
la mafia ha fatto pagare per 10 anni il pizzo a mio zio, una volta non é riuscito a pagarlo, quelli gli hanno bruciato il negozio. adesso mio zio é fallito soprattutto per causa loro.
odio tutto ció che ha a che fare con la mafia.
=Jumanji=
00mercoledì 16 novembre 2005 12:27
posto quest'articolo di Giorgio Bocca per radicare in chi ancora ha delle riserve la veridicità del connubio Stato italiano-mafia


Stato e Mafia connubio accecante


L'arresto di Totò Riina e la mancata perquisizione del suo covo. I ripetuti rapporti di Giulio Andreotti con Cosa Nostra. La gente resta abbacinata da tanta chiarezza

Le prove della complicità, della coesistenza tra lo Stato italiano e la Mafia sono così grandi e irrefutabili da avere un effetto accecante: la gente si specchia in quel sole e ne rimane abbacinato, ha visto tutto ciò che c'è da vedere e non ci crede, se tutto è così chiaro, pensa, nulla è chiaro.

Prendiamo le ultime polemiche sul covo palermitano di Totò Riina, fra coloro che si chiedono perché i carabinieri non lo perquisirono dopo l'arresto del capo dei capi e la partenza della sua famiglia e su chi sostiene che si trattò di un equivoco poliziesco, non fu perquisito perché servisse da esca.

Ma la presenza a Palermo, in un quartiere residenziale, in una villetta con piscina, del covo del più grande ricercato per mafia di Italia, la presenza di casa e ufficio sua e della famiglia del boss a cui lo Stato dava la caccia, il fatto che quella casa servisse, indisturbata, da base operativa del più temuto fuorilegge della Penisola che per cinque anni ci visse indisturbato con moglie e figli, il fatto che questa moglie e questi figli fossero fisicamente riconoscibili con nomi, cognomi e parentele criminali e nessuno li disturbasse, non è una prova totale, accecante, che nessuno in realtà li cercava?

La moglie di Totò Riina metteva al mondo i suoi figli in un ospedale di Palermo assistita da un medico di fiducia a tutti noto, di cui feci il nome sui giornali, e lui non lo sapeva che era sorella di Bagarella, il secondo della Mafia, e nessuno nel quartiere, nelle scuole, negli uffici del Comune si chiese come mai la famiglia Riina poteva abitare al centro di Palermo e lui quasi ogni giorno poteva viaggiare in auto per la città e i dintorni per fare affari, vedere gente.

Non è logico, evidente, chiarissimo che non veniva catturato perché nessuno lo cercava, che agiva indisturbato perché questo faceva parte del patto di coesistenza fra Stato e Mafia?
Ora da Palermo don Nino Fasullo, direttore di 'Segno', referente inevitabile di decenni di giornalismo, mi segnala le ultime osservazioni del suo gruppo di studio sul processo Andreotti.

"Incredibile, secondo gli accertamenti dei giudici Giulio Andreotti scese due volte in Sicilia, una delle quali da presidente del Consiglio, la prima nella tenuta La Scia degli imprenditori Costanzo, un'altra in una villetta del mafioso Inzerillo presso Palermo per incontrare i vertici di Cosa Nostra, ovvero della criminalità organizzata al fine di dissuaderli dall'uccidere il presidente della Regione Piersanti Mattarella e per discutere assieme come intervenire per limitare la sua azione politica ritenuta pregiudizievole degli interessi economici del sodalizio mafioso".

Dunque Andreotti era in grado di incontrare personalmente i capi della Mafia, di cui conosceva piani e scelte, e di trattare con essi del fare e del non fare. Tutte le volte che si legge delle relazioni non occasionali, non periodiche di Andreotti con la criminalità organizzata, si resta allibiti, senza parola. La trattativa fallisce, l'onnipotente uomo politico non ottiene ciò che chiede. Torna a casa con le pive nel sacco. Va in procura a raccontare tutto? Non ha il coraggio di gridare nelle televisioni, nei giornali ciò che è accaduto?

Neppure per sogno, non convoca il parlamento per denunciare al cospetto del paese Cosa Nostra, i suoi uomini, i suoi crimini. Potrebbe bastar da sola la storia di Andreotti a chiarire il significato, i limiti e le responsabilità storiche della esperienza politica dei cattolici italiani in Sicilia e nel Sud.
Ma Andreotti partecipa da protagonista alle riunioni parlamentari e al suo processo è stato assistito da una delegazione di partito diretta dall'attuale presidente della Camera. La Democrazia cristiana anche se divisa resta inaffondabile.
mabi?
00mercoledì 16 novembre 2005 17:16
Esempio recente
Notizia fondamentale, ma posizionata in secondo piano:

Davide Costa si era dimesso da assessore lo scorso anno
Mafia, arrestato deputato regionale Udc
Secondo l'accusa il politico ha chiesto appoggio ai boss di Trapani per farsi eleggere. Incastrato da intercettazioni e pentiti

PALERMO - Il deputato regionale dell'Udc, Davide Costa, 39 anni, ex assessore alla presidenza, è stato arrestato a Trapani con l'accusa di concorso in associazione mafiosa. Lo scorso anno Costa aveva ricevuto un avviso di garanzia per lo stesso reato e si era dimesso dalla carica di assessore regionale alla Presidenza.
L'ACCUSA - Secondo l'accusa, pur di ottenere uno scranno all'Assemblea regionale siciliana, l'ex assessore Udc nell'estate del 2001 non avrebbe esitato a chiedere appoggio alle cosche mafiose della zona di Trapani in cambio di denaro. Il giovane politico avrebbe inoltre interferito «nella gestione dell'amministrazione del comune di Marsala, anche nell'interesse delle organizzazioni mafiose, «ponendo in essere comunque, reiterate, concrete e specifiche condotte, finalizzate a fornire un contributo consapevole e volontario alla conservazione e/o al rafforzamento dell'associazione e, in ogni caso, dirette alla realizzazione, anche parziale, del programma criminoso della stessa associazione mafiosa». Questo l'atto d'accusa dei magistrati della Dda di Palermo, Massimo Russo, Gaetano Paci e Roberto Piscitello, che hanno coordinato l'inchiesta.
INDAGINI - Ad incastrare Davide Costa sono state le intercettazioni ambientali tra due esponenti mafiosi, ma anche le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. In un'intercettazione ambientale della primavera del 2001, gli esponenti di Cosa nostra Vincenzo Giglio e Vito Vincenzo Rallo, entrambi condannati con sentenze già irrevocabili per mafia, hanno fatto riferimento proprio a Davide Costa, e a un altro politico, Pietro Pizzo, l'ex senatore arrestato lo scorso aprile per associazione mafiosa. I due, secondo quanto ascoltato nell'intercettazione, erano interessati alla campagna elettorale per il rinnovo dell'Assemblea Regionale Siciliana.
16 novembre 2005


Notizia inutile, ma data con grande enfasi e notorietà e spazio:

La donna in aula per la prima volta, ma niente telecamere
Franzoni alla sbarra, tutti in fila per vederla
Processo d'appello, porte aperte al pubblico che si affolla davanti al tribunale di Torino. Chiesta nuova perizia psichiatrica

Annamaria Franzoni in una foto d'archivio scattata l'anno scorso (Ansa)
TORINO - Annamaria Franzoni torna alla sbarra. E' il giorno del processo d'appello per la mamma del piccolo Samuele Lorenzi, ucciso il 30 gennaio 2002 nella villetta di Cogne e per il cui omicidio la Franzoni è stata condannata in primo grado a 30 anni.

Il processo, presieduto dal giudice Romano Pettenati, si svolge nell'aula numero 6 al piano interrato del palazzo di giustizia di Torino. Nell'aula accanto, la numero 7, è stata invece allestita la sala stampa che ospiterà gli oltre 100 giornalisti che si sono accreditati per assistere al processo. «Si tratta di una vicenda importante e dolorosa. Faccio appello al senso di civiltà di chi assiste. E, sono certo, non mancherà», ha esordito il presidente del tribunale Romano Pettenati rivolto ai presenti.

NUOVA PERIZIA - Nel corso dell'udienza, il procuratore generale della Corte d'Appello di Torino, Vittorio Corsi, ha chiesto per la Franzoni una nuova perizia psichiatrica. Il magistrato ha motivato la richiesta «con la necessitá di ulteriori approfondimenti in particolare per quanto riguardano i malesseri manifestati dalla signora Franzoni la sera prima e la mattina precedente la morte di Samuele». Il pm ha detto sì all'acquisizione di nuovi elementi, tra cui tracce di sangue, impronte e di un video - già al centro delle polemiche in questi giorni - girato dai carabinieri la mattina dell'omicidio del piccolo Samuele nella villetta di frazione Montroz, dove viveva la famiglia Lorenzi.


«INTERROGATELA» - Dopo il procuratore Corsi, ha preso la parola l'avvocato Carlo Taormina, legale della difesa, che ha ribadito la richiesta di una «rinnovazione dibattimentale» con l'interrogatorio della sua assistita. L'avvocato è tornato sui punti salienti della sua difesa, tra i quali il fatto che l'ipotetico assassino poteva anche non essere visto in entrata e in uscita dalla villetta di Cogne e ha sottolineato la mancanza di alcuni particolari documenti video all'interno del processo. Proprio sulla documentazione audio e video da acquisire c'è stato un confronto tra le parti, difesa, accusa e Presidente della Corte d'Assise d'Appello. Riguardo a una nuova perizia psichiatrica, Taormina ha ribadito di non averla richiesta. L'avvocato ha avuto da ridire anche con la stampa presente in aula, accusata di essere troppo invasiva: «Signor Presidente, tenga lontano le orde barbariche», ha detto rivolto al presidente del tribunale Pettenati.

Intanto, dalla prime ore della mattina di fronte al palazzo di giustizia almeno un centinaio di persone si sono assiepate davanti al palazzo di giustizia per assistere al processo. Sono stati infatti Annamaria Franzoni e il suo legale, Carlo Taormina, ad auspicare la presenza del pubblico al processo, che vede per la prima volta l'imputata in aula. Bandite dall'aula invece telecamere e macchine fotografiche.

I tempi del processo d'appello potrebbero dipendere da un'altra inchiesta attualmente in corso da parte della procura di Torino, denominata «Cogne bis» e aperta nel 2004 dopo la sentenza di primo grado, nella quale è ipotizzato il reato di falsificazione delle prove da parte della difesa della famiglia Lorenzi. Sul registro degli indagati sono iscritti la stessa Annamaria Franzoni e il suo legale Taormina, insieme a due consulenti e un investigatore privato. Nell'ambito di quest'ultima indagine si attendono gli esiti di una superperizia, che non saranno consegnati prima del 15 dicembre prossimo.
16 novembre 2005



No comment. [SM=g27815]
guguio
00mercoledì 16 novembre 2005 17:37
Re: Re:

Scritto da: mabi? 16/11/2005 12.20


Io capisco Ale.

Allora mi viene da dirti: le preoccupazioni e l'odio verso lo straniero sono causa dell'ignoranza e del pregiudizio italiano, visto che come dite, la mafia è parte e integrata nello stato (dunque si conosce) e quindi si tollera.

Raga è brutta sta cosa.




ma non è cosi...non è che viene tollerata!!allora scusate,mi sono espressa male!
certo che è una cosa orremda e devastante!quando ho detto che x la mafia andava fatto un altro discorso era proprio x indicare che essendo un problema più esteso e fortemente radicato la situazione è più difficile da trattare(di sicuro è un problema e di sicuro non va tollerato!)!e quando ho parlato di extracomunitari non mi riferivo solo ai rom,ma a tutti coloro che non sono italiani e,in particolar modo,a quelli che ci finiscono dentro xkè han bisogno di soldi x campare e quindi,vedendo la possibilità di un guadagno"senza troppi problemi"ci finiscono dentro(e non sono solo gli extracomunitari a finirci dentro!)!
certo che la mafia è qualcosa di orrendo,ma tu credi che sia così facile da denunciare?
io non credo che sia omertà,xkè non credo che si desideri "nascondere" l'autore di un reato!è che fa paura parlare!

[Modificato da guguio 16/11/2005 17.38]

mabi?
00mercoledì 16 novembre 2005 17:40
Non è un topic sulle denuncie e sull'omertà, ma sulle opinioni verso questo problema. [SM=g27811]
guguio
00mercoledì 16 novembre 2005 17:41
Re:

Scritto da: mabi? 16/11/2005 17.40
Non è un topic sulle denuncie e sull'omertà, ma sulle opinioni verso questo problema. [SM=g27811]



ok!! [SM=g27821] [SM=g27821]
scusate,mi son lascita un po' andare!! [SM=g27821]
mabi?
00venerdì 2 dicembre 2005 23:05
Un uomo di 53 ucciso in un agguato a Pozzuoli
Omicidio di camorra nel Napoletano
Nicola Zappettini era compagno della madre di Bruno Rossi, capo della nuova camorra flegrea e ora collaboratore di giustizia

NAPOLI - Un uomo di 53 anni, Nicola Zappettini, è stato ucciso in un agguato di stampo camorristico compiuto questa sera a Pozzuoli. Zappettini era a bordo di una Y10 quando è stato fatto segno a colpi di arma da fuoco. Raggiunto al fianco, è morto all'interno della sua vettura. La vittima era compagno della madre di Bruno Rossi detto il Corvo, capo della "nuova camorra flegrea", attualmente detenuto e collaboratore di giustizia. Sul posto i carabinieri stanno raccogliendo elementi per individuare gli autori del delitto, che potrebbe essere una vendetta trasversale.
01 dicembre 2005
neripunk
00giovedì 16 marzo 2006 14:48
io fo mafia da sola
Reira27
00lunedì 19 luglio 2010 15:16
19 Luglio 1992

A 18 anni dalla strage di via D'Amelio, non trovo parole migliori di quelle di Manfredi Borsellino, figlio di Paolo, per ricordare un grande eroe.
Parole che mi hanno profondamente commosso...

http://carloruberto.blogspot.com/2010/07/grazie-caro-papa.html
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