Matteo 6:7

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barnabino
00lunedì 15 agosto 2011 14:37
“Non moltiplicate le parole“ diventa “non dite ripetutamente le stesse cose”?
Un anonimo grecista accusa la TNM di tradurre questo passo in modo errato.

Dice che non si può rendere "non dite ripetutamente le stesse cose" perché "in Matteo 6:7 Gesù intendeva dire che non bisognava pregare usando tante parole se non ci fosse stata la partecipazione dello spirito, ovvero, che la preghiera risultasse solo meccanica. Gesù condannava la mancanza di spirito, non la ripetitività della preghiera".

Ora al di là dell'interpretazione di un passo, che è cosa personale, a me pare che la TNM sia assolutamente corretta nella traduzione, innanzi tutto non dice che non si possano assolutamente ripetere le preghiere, Gesù stesso pregò più volte prima di essere arrestato, ma parla di "dire ripetutamente le stesse cose come fanno le persone delle nazioni" e dunque il riferimento è chiaramente al modo di pregare ripetitivo dei pagani, non solo al fare delle preghiera molto lunghe, tanto è vero che nella nota in calce la TNM scrive anche: “non parlate a vanvera; non pronunciate vane ripetizioni” fornendo, appunto, una lettura alternativa altrettanto possibile alle "molte parole".

L'espressione greca qui usata è Μη βαττολογησητε, Suida spiega inoltre che "πολυλογια indica inni molto prolissi in cui la stessa idea era ripetuta". In realtà il termine non è di facile interpretazione, e ci sono due principali letture, il Bauer rende ad esempio "use the same words again and again" per altri indica il "balbettare" e dunque dire cose incomprensibili o più in generale il "parlare vanamente".

Insomma, a me pare che la traduzione resa dalla TNM sia del tutto accettabile, il concetto che si trova più o meno in tutti i dizionari e commentari è di non pregare pensando di essere ascoltati grazie all'uso ripetuto di molte parole. Questo non vedo come possa far pensare che i TdG disapprovino il fare molte preghiere, se fatte di cuore, quello che si disapprova, semmai, è la ripetizione superstiziosa di formule religiose come ad esempio gli adoratori di Baal sul Monte Carmelo (1Re 18:26) o di Diana nell'anfiteatro a Efeso che ripetevano per ore la stessa cosa (At 19:34).

Poi, circa l'interpretazione sui "rosari" cattolici o altre forme di preghiere ripetute la TNM non si esprime, non si parla da nessuna parte di preghiere cattoliche, certo che se un cattolico si sente toccato da quella traduzione evidentemente c'è da riflettere...

Shalom

Morby968
00lunedì 15 agosto 2011 20:22
Re: “Non moltiplicate le parole“ diventa “non dite ripetutamente le stesse cose”?
barnabino, 15/08/2011 14.37:

Un anonimo grecista accusa la TNM di tradurre questo passo in modo errato.

Dice che non si può rendere "non dite ripetutamente le stesse cose" perché "in Matteo 6:7 Gesù intendeva dire che non bisognava pregare usando tante parole se non ci fosse stata la partecipazione dello spirito, ovvero, che la preghiera risultasse solo meccanica. Gesù condannava la mancanza di spirito, non la ripetitività della preghiera".

Ora al di là dell'interpretazione di un passo, che è cosa personale, a me pare che la TNM sia assolutamente corretta nella traduzione, innanzi tutto non dice che non si possano assolutamente ripetere le preghiere, Gesù stesso pregò più volte prima di essere arrestato, ma parla di "dire ripetutamente le stesse cose come fanno le persone delle nazioni" e dunque il riferimento è chiaramente al modo di pregare ripetitivo dei pagani, non solo al fare delle preghiera molto lunghe, tanto è vero che nella nota in calce la TNM scrive anche: “non parlate a vanvera; non pronunciate vane ripetizioni” fornendo, appunto, una lettura alternativa altrettanto possibile alle "molte parole".

L'espressione greca qui usata è Μη βαττολογησητε, Suida spiega inoltre che πολυλογια indica inni molto prolissi in cui la stessa idea era ripetuta". In realtà il termine non è di facile interpretazione, e ci sono due principali letture, il Bauer rende ad esempio "use the same words again and again" per altri indica il "balbettare" e dunque dire cose incomprensibili o più in generale il "parlare vanamente".

Insomma, a me pare che la traduzione resa dalla TNM sia del tutto accettabile, il concetto che si trova più o meno in tutti i dizionari e commentari è di non pregare pensando di essere ascoltati grazie all'uso ripetuto di molte parole. Questo non vedo come possa far pensare che i TdG disapprovino il fare molte preghiere, se fatte di cuore, quello che si disapprova, semmai, è la ripetizione superstiziosa di formule religiose come ad esempio gli adoratori di Baal sul Monte Carmelo (1Re 18:26) o di Diana nell'anfiteatro a Efeso che ripetevano per ore la stessa cosa (At 19:34).

Poi, circa l'interpretazione sui "rosari" cattolici o altre forme di preghiere ripetute la TNM non si esprime, non si parla da nessuna parte di preghiere cattoliche, certo che se un cattolico si sente toccato da quella traduzione evidentemente c'è da riflettere...

Shalom






Beh! Il tiro al bersaglio è sempre il gioco preferito da alcuni. Scolano il moscerino per inghiottire il cammello.

barnabino
00lunedì 15 agosto 2011 20:26
Più che altro non ho ben capito di cosa si lamenti, perché la TNM traducendo di "non dire ripetutamente le stesse cose" e aggiungendo la nota in calce non dice nulla di più di quello che dice il testo...

Shalom
Morby968
00lunedì 15 agosto 2011 20:30
Re:
barnabino, 15/08/2011 20.26:

Più che altro non ho ben capito di cosa si lamenti, perché la TNM traducendo di "non dire ripetutamente le stesse cose" e aggiungendo la nota in calce non dice nulla di più di quello che dice il testo...

Shalom




Si lamenta perchè vuole anche lui fare il tiro alla TNM come tanti. Sarebbe da chiedergli se, Bibbia alla mano, invece di guardare questi "dettagli", si sforza di mettere in pratica gli insegnamenti chiarissimi che vi si trovano dentro.
barnabino
00mercoledì 17 agosto 2011 14:32
Per altro lo stesso personaggio scrive:

"La KIT e la TNM traducono la parola greca εθνικοί (ethnikòi) in “le persone delle nazioni” alludendo, secondo il geovismo, a tutte le persone che non siano TdG"

Ora, mi chiedo dove abbia dedotto che la traduzione "persone delle nazioni" alluda a quelli che non sono TdG, dato che la TNM utilizza "persone delle nazioni" anche per i cristiani di origine non giudaica, dunque non nulla a che fare con l'essere o meno testimoni di Geova, come sostiene questa persona, né la utilizza per indicare i "non cristiani" contrapposti ai "cristiani". Ma siamo matti? La TNM usa "persone delle nazioni" per indicare i "gentili", cioè i non ebrei.

Ancora una volta mi pare che l'approssimazione di certi critici della TNM sia davvero disarmante.

Shalom [SM=g27993]
Aquila-58
00mercoledì 17 agosto 2011 19:56
Re:
barnabino, 17/08/2011 14.32:

Per altro lo stesso personaggio scrive:

"La KIT e la TNM traducono la parola greca εθνικοί (ethnikòi) in “le persone delle nazioni” alludendo, secondo il geovismo, a tutte le persone che non siano TdG"

Ora, mi chiedo dove abbia dedotto che la traduzione "persone delle nazioni" alluda a quelli che non sono TdG, dato che la TNM utilizza "persone delle nazioni" anche per i cristiani di origine non giudaica, dunque non nulla a che fare con l'essere o meno testimoni di Geova, come sostiene questa persona, né la utilizza per indicare i "non cristiani" contrapposti ai "cristiani". Ma siamo matti? La TNM usa "persone delle nazioni" per indicare i "gentili", cioè i non ebrei.

Ancora una volta mi pare che l'approssimazione di certi critici della TNM sia davvero disarmante.

Shalom [SM=g27993]



Pazzesco, non sanno davvero più dove attaccarsi! [SM=g27993]
L' aggettivo greco ethnikos (da cui deriva il sostantivo ethnos, "popolo, nazione, pagani, gentili"!) significa null' altro che "pagano, gentile", quindi "persona delle nazioni" (come abbiamo visto col derivato ethnos...) intesa in quel senso.
Tipico esempio in 3 Gv. 7:
(TNM) "Poichè è a favore del suo nome che sono partiti, non prendendo nulla dalle persone delle nazioni (ethnikon)", cioè dai gentili, dai pagani.
La TNM usa "persone delle nazioni" per tradurre l' aggettivo in questione, anche in tante altre ricorrenze, come ad esempio Matteo 5:47; 6:7; 18:17, dove è chiarissimo il riferimento ai non ebrei, cioè ai gentili.
Mah..... [SM=g27993]


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